La sicurezza prima di tutto, anche a costo di sacrificare qualche punto di rendimento. È questo il tema che sta più a cuore in questo momento al risparmiatore, che non lesina domande sulle tutele. Ecco alcuni dei temi affrontati nel corso del Videoforum su depositi e fondi liquidità che si è tenuto martedì nella sede di Radio24.
1 - Ho impiegato i risparmi in un fondo comune di liquidità. Devo considerarlo sicuro, indipendentemente dal rendimento?
Il denaro conferito a un fondo comune di investimento costituisce un patrimonio separato da quello della società di gestione del risparmio (Sgr). Nell'eventualità di un fallimento di quest'ultima, quindi, i fondi (così come avviene per titoli obbligazionari o azionari) rientrano nella piena titolarità del risparmiatore. A questa si aggiunge un'ulteriore tutela nel caso in cui il patrimonio venga depositato presso una banca terza, che ha il compito di vigilare quotidianamente affinché non avvenga alcuna distrazione del denaro del cliente.
2 - È vero che i fondi di liquidità investono solo in titoli di Stato?
Secondo la classificazione di Assogestioni, i fondi di liquidità investono tutto il portafoglio in liquidità e in strumenti obbligazionari con rating non inferiore ad A2 (Moody's) o A (S&P). La duration deve essere inferiore a sei mesi e non è ammessa la copertura del rischio di cambio. Questo significa che tali strumenti possono investire anche in bond del settore corporate e finanziario. La presenza in portafoglio di titoli simili può garantire rendimenti più elevati, ma spiega anche le performance negative accusate nell'ultimo mese da alcuni fondi di categoria: alcuni di questi avevano in portafoglio bond di società come Aig, Fortis e Hypo Re finite di recente nell'occhio del ciclone.
3 - Conviene di più investire in un BoT o in un fondo di liquidità? Quali sono le commissioni?
Indipendentemente dal rendimento (che in queste ultime settimane è sensibilmente calato per i BoT), il confronto fra i due strumenti deve tenere conto delle esigenze del risparmiatore: per quanto un BoT sia estremamente semplice da rivendere sul mercato, l'impiego in un fondo liquidità appare più indicato per chi intende gestire il patrimonio con maggior elasticità. Le commissioni di intermediazione per i BoT in fase d'asta sono stabilite per decreto e variano dallo 0,05% allo 0,3% a seconda della durata del titolo. Sul mercato secondario, invece, la tariffa cambia da banca a banca ed è compresa fra lo 0,1% e lo 0,5% (con «sconti» sensibili se si utilizza il canale internet). A questi bisogna poi aggiungere le eventuali spese di gestione del conto titoli (fino a 10 euro a semestre) e i bolli (34,20 euro all'anno). Le commissioni di gestione dei fondi di liquidità variano, invece, da un minimo dello 0,1% a un massimo dello 0,96% annuo.
4 - Ho sentito parlare di Etf sulla liquidità: come funzionano? Sono sicuri?
A Piazza Affari sono quotati ormai diversi Etf (exchange traded fund) che replicano l'andamento dell'indice monetario Eonia (attualmente pari al 3,6%). Si tratta di strumenti del tutto assimilabili ai fondi comuni sotto l'aspetto delle garanzie e sono anch'essi tassati al 12,5 per cento. Il loro punto di forza risiede nel livello contenuto di commissioni (0,15% annuo) e nel grado elevato di liquidità, caratteristiche che li rendono particolarmente efficienti. Tecnicamente si possono vendere e acquistare in ogni istante, quando la Borsa è aperta, come se si trattasse di titoli azionari.
